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lunedì 29 settembre 2014

Il destino di Anita

Sono rimasta incantata a guardarli per tre estati domandandomi se anche Anita si sarebbe piegata all’amore. A quel tipo di amore, quello che domanda sacrifici e rinunce e che ci impedisce di progredire. 
Se presto o tardi anche lei abdicherà all'autonomia, quella solida e istintiva, farà tra vent’anni o meno, dopo un rasserenante: stai tranquilla, amore, penso a tutto io, o a una promessa che, anche la più forte tra le ragazze, prenderebbe per buona.
Eppure adesso lo sa che può farcela da sola, che non ha bisogno di nessuno. Con l’istinto da guerriera rifiuta perfino la mano di sua madre che vuole aiutarla ad alzarsi, a venir fuori dall’accappatoio così grande che lei ci si perde. Anita adesso lo sa che non dovrà mai fidarsi completamente di qualcuno, che non avrà mai bisogno di mani in cui mettersi, ma temo che, col tempo, se ne dimenticherà. Tra fiocchetti rosa e bambolotti, tra romanzetti d’amore a lieto fine, luoghi comuni e film hollywoodiani, forzerà la sua indole riponendo tutta la sua fiducia nell’amore, mettendolo al centro della propria esistenza da cui avrà tolto i propri sogni, rincorrendolo, prendendo il primo che passa purché abbia una qual forma di stabilità.

Anita arriva sempre i primi di giugno, in costume color fragola e il suo carico di giocattoli che dispone tutt’attorno all’ombrellone, Manuel si fa vedere a fine mese.
Dopo un’ora, il tempo che serve a dimenticare la timidezza del primo incontro e rifare amicizia, a ricordare (ma forse no) di un’estate fa, Anita inizia a mettersi in mostra, quasi che a tre anni possa già farne un mestiere di quel modo d’incantare: da domatrice di leoni, da direttrice marketing, da prima ballerina.
Gli occhioni azzurro mare vedono in Manuel il perfetto gregario, chi eseguirà i suoi ordini alla perfezione, scavando buche profonde, correndo dalla riva all’ombrellone nonostante la sabbia bollente, portandole acqua a piene mani, cedendole il pezzo di pizza inzuppato nella sabbia. Lei, in cambio, gli cederà qualcuno dei suoi giocattoli senza protestare troppo.
In cambio della risata incantevole della piccola Anita, il piccolo Manuel farà qualunque cosa.
Anche lui ha capito come conquistare la piccola signora.

Poi succederà, perché così in genere succede, che quando le estati al mare con i suoi finiranno, qualcuno vorrà prendersi cura di lei, “vorrà farla sua” e “sbatterla al muro”, come in tante dichiarano sia il vero amore. Anche se lei non gliel’ha domandato, lui vorrà a tutti i costi mettere il mondo ai suoi piedi. Resterà intrappolato in quello sguardo azzurro mare e le strapperà via il cuore, l’aria intraprendente di quand’era bambina, l’incedere sicuro che aveva anche gattonando, la capacità di decidere dove edificare castelli.
Lei gli crederà. Forse, per amore dell’altro cederà tutto l’amore che ha per se stessa: per non umiliarlo con i propri successi di donna autonoma e brillante, eviterà di raccontargli di aver raggiunto traguardi poi, se ne vergognerà, anche.
Ci hanno insegnato che è il maschio il più forte, che non va annichilito, che se anche siamo pari, dovremmo restarcene appena più dietro, ce lo dice il senso di colpa, lo sguardo severo di sua madre, l’amica con la sua vita familiare perfetta, le cronache, che narrano di come più che il cervello poterono femminilità e bellezza.

Poi la guardo. No, Anita forse non si piegherà a un matrimonio giusto, a un posto di lavoro sicuro e a una vita senza sorprese. Non sarà condannata a un’idea rosa confetto dell’amore, non passerà la sua esistenza a suggerire soluzioni più che a portarle a termine lei stessa, a correre tra la riva e l’ombrellone per porgergli acqua a piene mani.

Perché nonostante ciò che vedo, sento e leggo, guardo Anita dagli occhi color del mare e faccio previsioni. La piccola coraggiosa che oggi corre verso l’acqua senza ciambella né braccioli, non si farà ingannare da promesse e inganni, continuerà a decidere da sé dove edificare castelli. Nessuno mai potrà ordinarle che fare. Da questo Medioevo 2.0, fatti fuori fantocci e cortigiane, uomo e donna riusciranno a tenersi per mano mettendo fine per sempre a quest’assurda competizione?

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