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domenica 19 aprile 2015

Leggere per pensare



Questa non è una recensione, sono semplici pensieri che ho voglia di condividere.
Vado a ritroso, partendo dalle Particelle elementari, primo libro di Houellebecq capitato nelle mie mani dopo la full immersion nel più ortodosso McEwan, e dopo lunga insistenza da parte di un libraio vero, con tanto di fornitissima libreria a Piazza Mancini, a Roma. L'ho letto tardi, sì, perché detesto leggere gli scrittori di grido e perché detesto la chiacchiera da tram. Di letteratura si parla in salotto, magari davanti al camino, con calma.  
Denso, come denso è chiunque abbia tanto da dire, zeppo di digressioni; sorprendente perché pieno di contraddizioni, teorizza bene ma razzola malissimo, tanto che posso comprendere i giudizi al vetriolo di molte signore, Houellebecq e la carne floscia delle cinquantenni, descritta peraltro minuziosamente, sono stati un colpo basso anche per me.
Ma chi si è aggrappato alla sfacciataggine di Houellebecq, infuriandosi per il continuo ciucciare e succhiare, credo abbia saltato a piè pari tutte le digressioni sull’umanità, passata e futura, che io ho trovato a dir poco profetiche, in special modo quelle che parlano di Aldous Huxley di cui leggerò breve “Il mondo nuovo” e di cui cito questa breve e illuminate frase “…la mutazione metafisica che ha creato materialismo e scienza moderna ha avuto due grandi conseguenze. Il razionalismo e l’individualismo”.
Mi è bastato fare un salto su Amazon e leggere i giudizi sul romanzo per capire che Houellebecq non può lasciare indifferenti, a meno che non si faccia finta di averlo letto soltanto per giustificarne la presenza tra i nostri libri. Uno così, che le dice chiare e forti, si può amare alla follia oppure odiare. Io non avevo dubbi che l’avrei amato.

Prima delle “Particelle elementari” mi ero data con amore a “Bambini nel tempo”, letto subito dopo “Lettera a Berlino” e “Espiazione”.
Bambini nel tempo sta tutto nel titolo. Come ne “L’amore fatale” ha un incipit da urlo, un rallenti da cardiopalma nel quale descrive la sparizione della sua bambina, incipit dal quale scaturisce la trama, l’improvviso cambiamento di stato, il percorso interiore di un adulto nel presente ma a propria volta bambino nel passato. L'amore, la presenza costante della moglie invece lontana, prostrata da un dolore che McEwan risolve in un finale da lacrima.
Siamo in un tempo eterno e magico “ È difficile uscire per un attimo dal tempo in un giorno qualsiasi e mettersi a fare domande inutili, oppure rendersi conto che, per quanto vicini, i genitori sono al tempo stesso degli sconosciuti per i propri figli”. 
Sarà durante le lunghe riunioni del Comitato per l’infanzia in “quel pigro mescolarsi di un’antica grandezza e un’assonnata atmosfera impiegatizia” che Stephen, scrittore di libri per ragazzi, racconterà la sua storia “E poiché ogni cosa perduta si allacciava al suo tema, gli fa facile di lì riandare a un gelido giorno di sole all’entrata di un supermercato di South London”. Anche questo è un Romanzo che consiglio a chi, come mi è capitato di leggere su un Blog di un famoso concorso letterario, non capisce come mai si definisca Romanzo di Narrativa Generale una storia che parla comunque d’amore, o di mistero, come succede in questa trama intricata dove adulti affermati, si ritrovano a settant’anni a voler indossare calzoni corti e arrampicarsi in cima agli alberi, come accadrà a Charles, editore del protagonista e uomo carismatico, destinato a una fine silenziosa come un mattino innevato.

Non saprei proprio spiegare alla ragazza del blog come mai nemmeno “Lettera a Berlino” sia stato infilato nello scaffale dei thriller. Un romanzo durante il quale, non fosse per la magica e inimitabile atmosfera di suspense che McEwan riesce a dare a ogni storia, non succede nulla per circa tre quarti della narrazione.
Non saprei come dirle che tra un’azione e l’altra esiste un mondo, lo spazio e il tempo perché le cose accadano e che serve ai personaggi a esistere  “Sapeva per esperienza che, ameno di uno sforzo eccezionale, si sarebbe presto imposto un vecchio modello comportamentale: a una educata domanda sarebbe seguita un’altra adeguata risposta, e così via. È da molto che abita qui? È lontano il suo posto di lavoro? Oggi è il suo pomeriggio libero? Il solito catechismo. Soltanto i silenzi sarebbero venuti a interrompere l’implacabile susseguirsi di domande e risposte. Sarebbe stato come chiamarsi da distanze incolmabili, dalle vette di due montagne vicine. Alla fine lui non avrebbe visto l’ora di ritirarsi con i suoi pensieri dopo una serie di goffi commiati. Persino adesso era già sparita l’intensità di quel primo saluto. Lui le aveva chiesto qualcosa sul tè. Un’altra domanda del genere e non ci sarebbe stato più nulla da fare”.
Perché la narrativa rosa non ammette umanità, cara ragazza del blog.
La narrativa rosa è per lo più pornografia, ossia coerenza allo stato puro. Invece i personaggi letterari veri, quelli eterni, sono pieni di contraddizioni, e di insicurezze, di dubbi e aspettative tradite.
Non ci sono eroi come nel real porn non ci sono ragguardevoli membri.
Nella vita vera e nelle storie inventate si vive di sensi di colpa, come per l’ostinata bugia della piccola Briony, che in "Espiazione", a causa del proprio amore adolescenziale manda in vacca l’esistenza di chiunque “Il problema in questi cinquantanove anni è stato un altro: come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere i destini altrui la rende simile a Dio? Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui possa fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c’è nulla al di fuori di lei. È la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia. Non c’è espiazione per Dio, né per il romanziere, nemmeno se fossero atei”.

McEwan come Houellebecq o Philip Roth o Marias parlano sempre d’amore, ma non sono autori di genere, né sono nati per scrivere per coloro i quali a un libro domandano di sognare e basta, ma per chi leggendo domanda di pensare, anche e soprattutto. 

2 commenti:

  1. Un testo breve e intenso, un inno alla letteratura memorabile.. Mi piace sempre di più come scrivi. Per quel che valgono, i miei applausi.

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  2. Valgono valgono valgono... ;) i lettori contano il doppio. Grazie per la visita e il commento.

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